Recensione: "Angel" di Elizabeth Taylor

Titolo: Angel
Autrice: Elizabeth Taylor
Pagine: 300
Prezzo di copertina: 9 euro
Edizioni: BEAT

Trama:

In uno di quei villaggi dickensiani della vecchia Inghilterra in cui il cielo illividisce sin dalle prime ore del pomeriggio, vive Angel Deverell, quindicenne con gli occhi verdi, la carnagione bianca e i capelli scuri, e un animo scontroso e indolente, avido di rivalsa e di affermazione. Nel piccolo universo in cui si aggira, la scuola, la bottega di sua madre, rimasta prematuramente vedova, la casa di sua zia, Angel non riesce a nascondere la sua natura indocile e ribelle. Senza vere amiche, con un astioso rapporto con la madre, la ragazza vive in un mondo tutto suo, creato dai suoi sogni e dalle sue fantasticherie. Un mondo in cui occupa un posto centrale Paradise House, la villa nobiliare in cui sua zia lavora al servizio di Madam, una vera lady coi polsi ornati da splendidi granati. Il destino, però, ha approntato per Angel la più imprevedibile delle svolte. Un giorno la ragazza decide di trasferire le sue innumerevoli fantasticherie in un romanzo. Grazie al fiuto di un editore di Bloomsbury, l'opera conoscerà un incredibile successo. Angel sarà celebre e ricca e avrà Paradise House e, soprattutto, avrà Esmé Howe-Nevinson, pittore di talento, bello e scapigliato, capace di assoggettarsi al suo capriccio. Asserragliata nel proprio grottesco delirio e nelle stanze di Paradise House, Angel trascorrerà gli anni migliori della sua vita. E, come una primadonna del cinema muto, saprà far fronte ai rovesci che l'esistenza le riserverà affrontando un lungo Viale del Tramonto.



4 Stelle

Avevo adocchiato Angel già da molto tempo, probabilmente però avevo sentito parlare più del film che ne era stato tratto piuttosto che del romanzo stesso. Come ormai saprete, una delle regole su cui mi baso è quella di leggere il libro prima di vedere la trasposizione che ne è stata fatta, e certamente Angel non ha fatto eccezione.
In una citazione di commento del romanzo, riportata sulla copertina, si parla di Elizabeth Taylor - che no, non è la famosa diva Hollywoodiana dagli occhi viola - come della Jane Austen del XX secolo; durante la lettura, mi è proprio tornata in mente insistentemente il parere della scrittrice Ottocentesca riguardo ad una delle sue eroine, Emma: la Austen infatti disse a proposito di quest'ultima che sarebbe stata un'eroina piacevole solo per colei che l'aveva creata.
Ecco, in questo senso ho trovato molte analogie tra Emma Woodhouse e Angel Deverell, la protagonista dell'omonimo romanzo. Entrambe sono donne con un carattere forte, lasciate in balia di loro stesse. Somiglianza forse rafforzata dalla circostanza che vede la stessa attrice - la meravigliosa Romola Garai -  interprete di entrambi i personaggi sullo schermo.
Ma le analogie si fermano qui perché, sebbene entrambe riescano a coronare i loro sogni, Angel pagherà uno scotto altissimo che sarà invece risparmiato all'eroina Austeniana.
Ma la protagonista non è la sola che mi ha ispirato simpatia; infatti la struttura del romanzo, la critica all'arrivismo, all'ambizione eccessiva e alla guerra, l'avvertimento riguardo alle conseguenze che potrebbero scaturire dall'idealizzazione, l'allusione ad un tipo di amore anticonformista sono elementi che rendono apprezzabilissimi il romanzo in questione e degno di essere annoverato tra i tredici migliori romanzi britannici del dopoguerra.
Della trasposizione cinematografica realizzata da Francois Ozon con Romola Garai, Micheal Fassbender e Charlotte Rampling, vi parlerò a breve in un post apposito.
Nel frattempo non posso che consigliarvi il romanzo, ricco di spunti e riflessioni sulla natura umana e le circostanze della vita.

Consigliato: sì
Tempo di lettura: 3 Giorni



Elizabeth Taylor (1912-75) è fra le più amate scrittrici inglesi del Novecento. È autrice di racconti, comparsi su riviste e poi raccolti in volume, di un libro per bambini, Mossy Totter, e di dodici romanzi, tra cui Angel (Neri Pozza 2007), La colpa (Neri Pozza 2008), The soul of kindnessPalladianMrs Palfrey at the Claremont

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