Recensione: "Il Ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde

Titolo: Il ritratto di Dorian Gray
Autore: Oscar Wilde
Pagine: 208
Prezzo di copertina: 6 euro
Prezzo ebook: 1,99 euro
Editore: Newton Compton

Trama:
Il sogno di possedere un ritratto che invecchi al suo posto, assumendo i segni che il tempo dovrebbe tracciare sul suo volto angelico, diviene per Dorian Gray una paradossale, terribile realtà. Ma non saranno tanto le tracce del tempo che passa a fermarsi sul dipinto di quel bellissimo giovane, quanto le nefandezze di cui la sua anima si è macchiata. Un'anima giunta al culmine della dissolutezza, corrotta e degradata, trascinata nell'abisso della turpitudine e del vizio dal cinismo e dalla sfrenata avidità di piaceri di ogni sorta. Dalla sua sfida diabolica alla giovinezza eterna, Dorian uscirà sconfitto, schiavo di un ideale, assurdo desiderio di far coincidere l'arte con la vita. "Il ritratto di Dorian Gray" è considerato il romanzo simbolo del decadentismo e dell'estetismo.



3 Stelle

Sulla scia dell'entusiasmo suscitato da L'importanza di chiamarsi Ernesto, ho ritenuto fosse giunto il momento di dare una chance a Il Ritratto di Dorian Gray, la cui trama non mi ha mai ispirato a tal punto da pensare d'inserirlo fra le priorità di lettura.
Abbattuti i pregiudizi e riconosciuto la grandezza di Wilde, posso onestamente affermare che il romanzo più famoso del suddetto autore lo trovo un tantino sopravvalutato.
Certo, il talento rimane sempre tale, sarei folle o quantomeno ingiusta non riconoscendo questa sua espressione, precisamente nel personaggio di Lord Henry Wotton, il più riuscito dell'intera vicenda, secondo me.
Fedele a sé stesso nella proprio indolente cinismo che sfocia in pura malvagità, è probabilmente uno dei personaggi più ambigui mai messi su carta: ogni sua battuta è un'aforisma e Wilde, abile regista, fa di Wotton un primo attore che domina la scena e lascia pochi margini agli altri personaggi, tanto da farli sembrare abbozzati sullo sfondo, alla sua ombra.
Nessuno fa eccezione, nemmeno Dorian, il protagonista, totalmente influenzato dal proprio mentore:
Influenzare qualcuno significa dargli la propria anima. Egli non può più pensare i suoi pensieri naturali, non arde più delle sue passioni naturali, le sue virtù non sono naturali per lui. [...] Diventa l'eco di una musica altrui, l'attore di una parte che non è stata scritta per lui.
Così Dorian si ritrova completamente soggiogato, a vivere una vita non propria, eternamente giovane, eternamente incosciente.
Questo romanzo è stato etichettato come il simbolo del Decadentismo e dell'Estetismo proprio per gli aforismi pungenti di Wotton e la conseguenza sorte del protagonista, avendo un ruolo decisivo anche nella vicenda biografica dell'autore, contro cui è stato usato a sostegno delle prove d'immoralità imputate a Wilde per aver il suo coming out, usando un termine moderno. Si attribuivano a lui le colpe di Dorian, confondendo lo scrittore con l'opera, stratagemma o chiusura mentale non saprei dirlo.
Per quanto mi riguarda, Il Ritratto di Dorian Gray è uno di quei libri sul quale non so bene come esprimermi, numericamente parlando.
Nonostante tutto, è stato una lettura a cui non sento di dovere molto: sono spiazzata dalla mia stessa indifferenza.
Nel dubbio, attribuisco tre stelle - la sufficienza - arrivando al compromesso derivato dalla consapevolezza che Un grande poeta, un poeta veramente grande, è l'essere meno poetico che esista; invece i poeti mediocri sono assolutamente affascinanti.
[...] Egli vive la poesia che non riesce a scrivere; gli altri scrivono la poesia che non riescono a tradurre in realtà. 

Consigliato: nì
Tempo di lettura: 3 Giorni

Oscar Wilde nacque a Dublino nel 1854. Poeta, romanziere, commediografo, è il più importante scrittore dell'epoca Vittoriana. Nel 1895 venne condannato al carcere per omosessualità dichiarata. Morì nel 1900.

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