Recensione: "Marina" di Carlos Ruiz Zafon

Titolo: Marina
Autore: Carlos Ruiz Zafon
Pagine: 308
Prezzo di copertina: 19,50 euro
Prezzo ebook: 6,99 euro
Editore: Mondadori

Sinossi:
Barcellona, fine anni Settanta. Óscar Drai è un giovane studente che trascorre gli anni della sua adolescenza in un cupo collegio della città catalana. Colmo di quella dolorosa energia così tipica dell'età, fatta in parti uguali di sogno e insofferenza, Óscar ama allontanarsi non visto dalle soffocanti mura del convitto, per perdersi nel dedalo di vie, ville e palazzi di quartieri che trasudano a ogni angolo storia e mistero. In occasione di una di queste fughe il giovane si lascia rapire da una musica che lo porta fino alle finestre di una casa. All'interno, un antico grammofono suona un'ammaliante canzone per voce e pianoforte. Nel momento in cui sottrae l'oggetto e scappa, è sopraffatto da un gesto che risulta inspiegabile a lui per primo. Qualche giorno dopo tutto gli apparirà tanto chiaro quanto splendidamente misterioso. Tornando sui suoi passi per restituire il maltolto, infatti, Óscar incontra la giovane Marina e il suo enigmatico padre, il pittore Germàn. E niente per lui sarà più come prima. Il suo innato amore per il mistero si intreccerà da quel momento ai segreti inconfessabili del passato di una famiglia e di una Barcellona sempre più amata: segreti che lo spingeranno non solo alla più lunga fuga mai tentata dal detestato collegio, ma anche verso l'irrevocabile fine della sua adolescenza. Scritto prima de "L'ombra del vento" e "Il gioco dell'angelo" questo romanzo ne anticipa i grandi temi: gli enigmi del passato, l'amore per la conoscenza, la bellezza gotica e senza tempo di Barcellona.




Una sfida di lettura e l'ostinata manìa di osservare le biblioteche familiari altrui mi hanno portata nuovamente sulla strada di Carlos Ruiz Zafon. Avevamo un conto in sospeso dopo quell'Ombra del Vento troppo sfuggente ed indistinta, di cui ricordo ben poco a testimonianza dell'indifferenza che mi aveva lasciata addosso. L'atmosfera cupa, opprimente di una Barcellona morente e la sensazione di qualcosa fuori posto, quelle sì, me le ricordo bene. Il lettore ci si ritrova sin dalle prime pagine, con una curiosità del tutto nuova.
Oscar Drai non è un protagonista memorabile ma sa farsi voler bene in breve tempo, nella propria semplicità; con lui, più dolce di Daniel Sempere, si vaga per le vie dimenticate arrivando ad una magione tenebrosa ed un cimitero semi deserto, così simili agli ambienti pieni di fascino proibito che tengono banco nel capolavoro dell'autore. Tuttavia ad aspettare c'era qualcuno, Marina amica preziosa, aspirante scrittrice che le avventure non si limita ad immaginarsele ma le va a cercare catapultando così chi legge in un romanzo dentro il romanzo, la vicenda di un famigerato industriale, un self made man, un magnate, le cui origini sembrano quelle di un protagonista kafkiano,con un terribile, mostruoso segreto.
Un romanzo però non sarebbe tale senza una caratteristica peculiare del genere: il sentimento. Ce ne sono tanti qui, il dolore ad esempio, la paura, l'affetto, tutti ben miscelati fra loro a dar vita ad una narrazione fluida che tiene incollati alle pagine e fila via liscia come l'olio grazie ad un ritmo incalzante che non riesce a contenere, sebbene provi ad opporre resistenza con capitoli brevi e concisi, l'inesorabile corsa verso un'inevitabile conclusione.
Eppure non è possibile metter un freno al tempo, ai ricordi, soprattutto a ciò che vi seppelliamo dentro per evitare di farci i conti.
Lo aspettavo al varco Zafon, eppure stavolta con scarse manchevolezze da segnalare ed il sollievo di una delusione mancata, abbandonata tra le nebbie fittizie tanto care al noto scrittore del cui cognome non ho ancora imparato l'accentazione. Fino al prossimo incontro, spero.


Consigliato:
Tempo di lettura: 4 Giorni



Carlos Ruiz Zafón , autore di successo mondiale, ha pubblicato L'ombra del vento (2004), caso letterario internazionale, Il gioco dell'angelo (2008),Marina (2009), Il Palazzo della Mezzanotte (2010), Le luci di settembre (2011), Il Principe della Nebbia (2011) e Il Prigioniero del Cielo (2012), tutti editi in Italia da Mondadori. Le sue opere sono tradotte in più di quaranta lingue e hanno conquistato numerosi premi e milioni di lettori nei cinque continenti.

Commenti

  1. Zafòn ha uno stile che amo, potrebbe scrivere di tutto.
    Marina l'ho letto da "piccolo" e mi era piaciuto molto. E pensa che nasce come libro per ragazzi, e guarda che libracci young adult o urban fantasy pubblicano, di solito :)

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    1. Quindi l'accento è sulla o, l'ho sempre pronunciato giusto! Sì, infatti leggevo che molti non hanno apprezzato proprio perché non l'hanno trovato all'altezza di altri titoli come, ad esempio appunto, il più noto L'Ombra del Vento.

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