Il post: Augustus di John Williams
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Augustus John Williams €18, pp.409 Fazi |
Un uomo di mezz'età, con una maglia della salute, pantaloni al ginocchio e sandali con calzino bianco di cotone in bella vista. Uno dei tanti turisti stranieri in visita agli scavi archeologici, ai teatri greci che popolano la mia isola, così ho immaginato John Williams intento nella stesura di questa sua ultima opera, Augustus, in cui si ingegna nella ricostruzione di una figura storica tra le più celebri della storia romana eppure, in concreto, meno conosciute realmente.
Se è vero, infatti, che moltissimi storiografi contemporanei alla sua epoca, alla nostra e a quelle che stanno in mezzo, hanno cercato di tracciare ritratti della figura del primo imperatore romano de iure, pochissimi, a mio modesto parere, ne hanno restituito l'essenza tanto quanto riesce a fare Williams, qui.
Il papà di Stoner - per vari motivi ancora assente nella cerchia di personaggi letterari a me noti - si attiene alle fonti, indaga, mette insieme i pezzi ma, avvalendosi di una delle caratteristiche di maggior successo del genere romanzesco, laddove è impossibilitato a narrare con dato fedele, inventa. Sana le lacune, ricongiunge i punti mediante fitte corrispondenze epistolari che regalano a chi legge brani intensissimi; gli amici del diciannovenne Ottaviano, i grandi nemici - Cleopatra, Antonio, un Cicerone più ambiguo che mai -, gli ammiratori, le amanti, l'amore - per la patria, per l'unica figlia, dilettissima Giulia - tutti insieme danno vita ad un coro pieno di contrasti ma ben orchestrato a cantare la grandezza di due uomini - il re ed il kingmaker letterario - ordinari, forse, dal vivo, straordinari invece nell'imperituro lascito postumo, di carta e non.
Dunque non decisi di cambiare il mondo a causa di quel facile idealismo e di quel moralismo cieco, che sono sempre forieri di sconfitta; né volli farlo allo scopo di accrescere la mia ricchezza e il mio potere; perché la ricchezza che non si contenta del benessere mi è sempre parsa la più noiosa delle conquiste, e il potere che trascende la sua utilità, la più disgustosa. Fu il destino ad afferrarmi, quel pomeriggio ad Apollonia, quasi sessant'anni or sono: e io scelsi di non sottrarmi al suo abbraccio.
In lista da quando ho letto e amato Stoner, a scatola chiusa.
RispondiEliminaStoner attende sullo scaffale della libreria.
EliminaGrazie!! Corro a procurarmelo.
RispondiEliminaGrazie a te, buona lettura.
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