2017: I libri giusti al momento giusto

Buongiorno a tutti.
Mi rifaccio viva per uno degli appuntamenti più attesi ovvero il bilancio libresco di fine anno.
Non ho molto su cui tirare le somme, ve ne sarete accorti o forse no, tuttavia qualcosa c'è e mi sento in dovere di parlarne. 
Il 2017 è stato un anno di magra in diversi campi della mia vita personale, in primis quello letterario; non sono riuscita a tagliare il consueto traguardo dei 100 titoli letti, anzi, ad occhio e croce, scrutando la libreria ed il Kindle, credo di non aver raggiunto i quaranta libri complessivi. Pochi ma buoni, penserete voi, invece è vero solo in parte: ho letto poco e, spesso, male tanto da sentire  mia, il più delle volte, la frustrante sensazione di aver perso tempo, ragion per cui, tra le altre, ho disertato il blog, ché sono del parere per cui, in certe occasioni, il silenzio sia preferibile al suo contrario. Nondimeno, come ho scritto su, qualcosa di bello di cui valga la pena parlare l'ho beccato, dunque sarà questo l'oggetto del post.
Classifica non pervenuta, stavolta: i libri giusti al momento giusto non ne richiedono una.






di Elizabeth Jane Howard



Lo scorso anno, terminata la lettura de Gli anni della leggerezza, profetizzavo che i Cazalet fossero degni eredi - per ambientazione, stile narrativo ed estrazione - dei Crawley, dinastia nobiliare televisiva a cui sono particolarmente affezionata; a distanza di un anno posso confermare le mie prime impressioni. Elizabeth Jane Howard, pescando a mani basse dalla propria travagliata esistenza, si rivela essere una narratrice formidabile, capace di creare personaggi e atmosfere indimenticabili che, personalmente, non vedo l'ora di ritrovare sul piccolo schermo. E sì, ho barato, perché i primi due volumi li ho letti sul finire del 2016, con i Cazalet però è così: o li ami e prendi tutto il pacchetto, o li detesti e ti perdi per strada. Fate voi.

Il tribunale delle anime

di Donato Carrisi


Il 2017 è stato un anno di sperimentazione di nuovi generi e autori tra cui Donato Carrisi.
Notissimo, con un film in uscita ed un curriculum di tutto rispetto, pensavo che la sua penna non facesse al caso mio - che sono un po' fifona e non amo particolarmente thriller, horror e simili -, invece mi sono ricreduta volentieri grazie a due chiacchiere in libreria ed un'edizione tascabile a basso costo. 
Primo volume della saga dei Penitenzieri e mio preferito tra quelli pubblicati finora, Il tribunale delle anime mi ha incantata con la sua struttura circolare, i numerosi riferimenti all'arte e la coppia di improbabili investigatori; primo approccio promosso a pieni voti, dunque (Romeo concorda).


Terre Promesse 

 Mal di pietre

di Milena Agus




Anche Milena Agus rientra nel novero di belle scoperte annuali. Mi sono interessata alla sua bibliografia subito dopo aver appreso che sarebbe stato realizzato un libero adattamento del suo Mal di pietre con Marillon Cotillard protagonista, preferendo però dare la precedenza ad altri suoi titoli, nello specifico a La contessa di ricotta che, tuttavia, non ho apprezzato e a Terre promesse, saga familiare ambientata tra Cagliari, Genova e New York che invece mi ha convinta tanto da recuperare finalmente il sopra citato romanzo. 
Mal di pietre, divorato in un giorno e amato visceralmente, talmente da non riuscire a trovare le parole adatte a rendergli giustizia in un post tutto suo ma da meritare una menzione in questo qui, è, fino a questo momento, il mio titolo preferito fra quelli dati alle stampe dall'autrice sarda. L'adattamento non l'ho visto, troppo libero dicono; meglio non rischiare di smarrire la magia.



A conti fatti, la NN editore è la casa editrice di cui ho letto più libri nel corso del 2017.
Se ve lo state chiedendo, no, non me li mandano a casa, né mi pagano per sponsorizzarli;  gli addetti ai lavori sono semplicemente bravi nel loro mestiere ossia, per come la vedo io, quello di proporre un catalogo editoriale interessante e variegato ad un pubblico ampio. Questa doverosa premessa per giustificare la presenza di ben tre titoli targati Nomen Nescio in questo bilancio di fine anno, due dei quali assolutamente anomali per i miei standard; si tratta di Andanza di Sarah Manguso, Bull Moutain di Brian Panowich e Le nostre anime di notte di Kent Haruf.


Andanza 

di Sarah Manguso


Memoir breve sull'essenza del tempo che scorre, della maternità, della vita, Andanza è un libriccino di un'inaspettata profondità. Consigliatissimo, specialmente alle mamme.


Bull Mountain

di Brian Panowich



Bull Mountain è un covo di tipi loschi da cui mi sarei tenuta alla larga se un consiglio spassionato non mi avesse messa sulle tracce dei fratelli Burroughs. Per fortuna, oserei dire, perché, se fosse stato altrimenti, mi sarei persa un gran bell'esordio, quello di Brian Panowich, che non vedo l'ora di ritrovare in libreria in primavera.


di Kent Haruf


Kent Haruf è ormai una certezza, un punto di riferimento letterario. Di suo leggerei, probabilmente, pure la lista della spesa; la storia di Addie e Louis, del loro amore senile e poetico in quel di Holt non fa eccezione, rievocando l'assoluta bellezza del capolavoro Benedizione.

Le otto montagne

di Paolo Cognetti


Le otto montagne, storia montanara di un'amicizia segnante narrata mirabilmente da Paolo Cognetti, mi ha permesso di raggiungere tre primati personali: azzeccare il vincitore del Premio Strega, leggerlo prima che lo divenisse effettivamente e poter affermare con certezza che, per una volta, si tratta di una vittoria meritata; talvolta, osservando i monti, non pensare a Pietro e Bruno è impossibile.


Hai cambiato la mia vita

di Amy Harmon


Amy Harmon, nell'uscita annuale targata Newton Compton, si conferma un'autrice YA/NA di grande talento, l'unica del genere che leggo con costanza perché le sue storie, rivolte principalmente ad un pubblico adolescente, non sono drammi insensati fini a sé stessi ma, sin dai tempi de I cento colori del blu, trasmettono un messaggio forte su una tematica ben definita. 
In Hai cambiato la mia vita - in originale The law of Moses - si parla di tossicodipendenza, ippoterapia e, giocando anche con elementi paranormali, di come sia possibile trasformare un'esistenza.
Assolutamente consigliato.


Per quest'anno è tutto, grazie per l'attenzione e l'affetto con cui continuate a seguire La Sala dei Lettori Inquieti.

Al prossimo anno (forse).

xxx

Cecilia

Commenti

  1. Alla Harmon. Invece cognetti proprio non mi è piaciuto. Buon anno Cecilia

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  2. La saga dei Cazalet non mi è piaciuta, l'ho abbandonata alla metà del secondo volume :(

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    1. Come ho scritto, o si amano o ci si perde per strada. Mi dispiace che a te sia capitata la seconda opzione. Buon anno e nuove, belle, letture :)

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  3. Ciao Cecilia! Io spero di leggere anche la top 2018 :)
    Concordo, come sai, su Cognetti e sulla saga della Howard (amatissima). Ho sul kobo Carrisi, che voglio leggere presto, e Panowich. Mi segno invece Milena Agus, da provare! Ti auguro una buona fine e un miglior inizio d'anno, e spero che il 2018 ti porti belle sorprese, non solo in ambito libroso! Un bacio.

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    1. Ciao Tessa! Sono proprio curiosa di conoscere le tue impressioni su tutti quanti, specialmente su Panowich.
      Ricambio tutti gli auguri, grazie mille.
      Un abbraccio :)

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  4. Carissima Cecilia, come ben sai e come ha scritto Tessa, io VOGLIO leggere la classifica del 2018, o come preferirai chiamarla. Come te anche io ho letto molto molto meno, forse leggermente più di te, ma non mi sbilancio. ho amato la Howard, tantissimo. Devo però terminare il quinto. Cognetti lo ha amato mio marito e prima o poi lo leggerò anche io. Poi ho scoperto la NNE e di conseguenza Haruf, ma devo recuperare i precedenti. Gli altri non li conosco. Un bacio e a presto spero!

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    1. Baba, grazie mille :)
      Ecco, il volume conclusivo della saga è quello che ho amato meno: troppo schematico e affollato; aspetto le tue impressioni in merito, insieme a quelle su Cognetti, magari.
      Buon anno nuovo, a presto!

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  5. Cara Cecilia, la Augus è un mio vecchio amore e penso che comprerò Terre promesse. Andanza mi incuriosisce molto e in generale mi piace molto leggere questi post e in particolare i tuoi.
    Un abbraccio grande da Lea

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    1. "Terre promesse", secondo me, ha buone speranze di piacerti, non conta nemmeno troppe pagine, come tutte le opere della Agus. Su "Andanza" sono più incerta, ma mi dirai.
      Ricambio l'abbraccio ;)

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  6. Tante o poche non ha importanza. L’importante è che le letture ci coinvolgano nel modo giusto e al momento giusto. Nemmeno io ho stilato una classifica, ma ho semplicemente nominato i titoli che mi hanno più emozionata in modo diversi. Ti auguro un buon 2018 di letture “giuste”. Un abbraccio

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