Il post: "L'Arminuta" di Donatella Di Pietrantonio


L'Arminuta
Donatella Di Pietrantonio
€17,50, 162 pp.
Einaudi





Una Fanny Price abruzzese la cui storia è stata descritta con uno stile essenziale ed intenso.
Questa la prima impressione formatasi nella mia mente mentre scorrevano le pagine de L'Arminuta di Donatella Di Pietrantonio, confermata poi a fine lettura.
L'opera vincitrice del Premio Campiello, al centro di vivaci dibattiti, odiata ed amata, l'ho scoperta con un anno di ritardo, grazie alla sollecitudine di consigli di chi l'aveva amata prima di me. Perché sì, appartengo alla categoria di chi questa storia già scritta e sentita l'ha apprezzata molto. 

A fare la differenza, lo stile asciutto dell'autrice e la forza narrativa di personaggi ben sfaccettati, l'anonima protagonista e la sorella Adriana su tutti.
Ero figlia di separazioni, parentele false o taciute, distanze. Non sapevo più da chi provenivo. In fondo non lo so neanche adesso.
È la storia di una figlia contesa tra due famiglie, in balia delle necessità e dei capricci dell'amore e della miseria; la ritornata, un pesce fuor d'acqua in un romanzo di formazione onesto, che mostra la complessa vicenda umana di una ragazzina che si trova a dover fare i conti con la propria identità mentre tutto intorno a lei è stato messo in discussione; unica certezza lo stretto, naturale ma insperato dopo anni di lontananza, legame fraterno con una sorella che sa essere amica, confidente, spalla su cui piangere e a cui chiedere aiuto, sempre presente nei momenti difficili.
Mia sorella. Come un fiore improbabile, cresciuto su un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia. Da lei ho appreso la resistenza. Ora ci somigliamo meno nei tratti, ma è lo stesso il senso che troviamo in questo essere gettate nel mondo. Nella complicità ci siamo salvate.
Nessun buonismo né facili risposte sul finale di quello che, finora, si è rivelato essere uno dei libri più intensi letti dall'inizio dell'anno e che presto diverrà una pellicola cinematografica.
Non hai colpa se dici la verità. E' la verità che è sbagliata.


Commenti

  1. Sono proprio contenta che ti sia piaciuto! Anche io faccio parte di quelli che hanno amato questo romanzo :)

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  2. Amato molto. A Fanny non avevo pensato e ora ripensandoci!
    Un bacio da Lea

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  3. Anche a me questo libro incuriosisce da molto, oltretutto ho letto un articolo dell'autrice su Robinson tempo fa, parlava del libro in uscita di due sopravvissuti del Rigopiano, e mi ha stupito proprio perché non era retorico ma rispettoso del dolore e per nulla morboso. Probabilmente ha influito il fatto che lei stessa risieda a Penne e quindi abbia sentito sulla sua pelle la tragedia.
    Comunque, a frenarmi sono sempre i prezzi di queste edizioni Einaudi, un po' impegnativi (ne sto leggendo uno della stessa collana, preso in biblioteca perché 17,50 euro per 150 pagine anche no), quindi credo che farò un saltino in biblioteca o, come al solito, cercherò una bella occasione usata.

    :-)

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    1. La biblioteca o l'usato potrebbero davvero fare al caso tuo, Silvia.
      Incrociamo le dita :)

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  4. Non lo so. Perché mi è piaciuto molto, l'ho trovato scritto non bene ma di più, con la prosa millimetrica di una Murgia, però l'ho preso in biblioteca e non ho sentito il bisogno di comprarlo, di averne una copia tutta mia. Magari mi tenterà l'economica?

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    1. Più o meno stessa situazione, non escludo di cercarlo in futuro sui siti di scambio o Libraccio.

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