Recensione: "Tutte le donne di" di Caterina Bonvicini

Una piccola premessa: so che i ringraziamenti solitamente si fanno alla fine ma meglio prima, non si sa mai. Ringrazio dunque la gentilissima Martina dell' ufficio stampa Garzanti per la possibilità di leggere Tutte le donne di e Salvia di Desperate Bookswife senza la cui recensione me lo sarei certamente persa.


Titolo: Tutte le donne di
Autrice: Caterina Bonvicini
Pagine: 196
Prezzo di copertina: 16 euro
Prezzo ebook: 9,99 euro
Editore: Garzanti

Sinossi:
È la vigilia di Natale. Intorno alla tavola ci sono sette donne. Tutte le donne della vita di Vittorio, e lo stanno aspettando. Ma lui non arriva. Manda solo un enigmatico messaggio. Poche parole che rendono ancora più perturbante la sua assenza. Perché per ognuna di loro, in modo diverso, lui è il centro di un mondo: c’è la madre e c’è la sorella, ci sono la moglie, l’ex moglie e l’amante, la figlia adulta e la figlia adolescente. Il vuoto che lascia un uomo può diventare molto affollato. Ritrovare se stesse è allora necessario, vitale, indispensabile. Bisogna farlo insieme, avere il coraggio di appoggiarsi l’una all’altra. Bisogna accettare che un amore che si voleva assoluto è invece frammentario e condiviso. Condiviso proprio con quelle donne per cui si prova astio e rancore. Eppure anche da questi sentimenti può nascere un’inattesa complicità, una solidarietà finora sconosciuta. Forse solo così la lontananza di Vittorio può diventare un’occasione per guardare le cose in modo nuovo. In questa commedia ironica e spietata, costruita come un giallo, anche la persona a noi più vicina può svelare all’improvviso un lato che agli altri sfugge. Caterina Bonvicini torna con un romanzo che è un piccolo capolavoro di stile. Un affresco in cui ogni particolare vive di luci e di ombre. Una storia appassionante in cui l’assenza di un uomo dà finalmente voce alle donne della sua vita. Tutte le donne di è un libro sull’amore, sulla famiglia, sulle sovrastrutture che la società impone. Perché sentirsi liberi di essere se stessi è una lunga conquista, che può arrivare quando meno te l’aspetti.



In un mondo ideale, una lettrice dotata di un minimo di senso critico dovrebbe rispettare la regola del mai giudicare un libro dalla copertina; in un mondo ideale, appunto, dove l'occhio non vorrebbe la propria parte e i lettori sarebbero esseri perfetti non influenzati da quisquilie simili. Nel mondo reale, infatti, una lettrice tutt'altro che perfetta aveva concepito un pregiudizio verso un certo libro proprio perché influenzata da una copertina ed un titolo ambigui a prima vista, lo aveva scambiato per un qualche saggio o biografia di un qualunque signor famoso, non approfondendo le ricerche. 
Menomale che esistono i blogger e i blog, quelli che segui ed hanno gusti simili a tuoi, di cui hai imparato a fidarti nel tempo; grazie a questi, tante volte, rivelazioni inaspettate ti traggono fuori dal fraintendimenti autoindotti in cui ti era capitato di cadere, consentendoti di fare giustizia, dando a Cesare quel che è di Cesare o, in questo caso, a Caterina Bonvicini quel che è di Caterina Bonvicini.
Tutte le donne di è un romanzo sagace, che analizza con arguzia una famiglia borghese della grande metropoli, demistificandone il capofamiglia tramite i pensieri, le azioni e le sensazioni delle sue donne. Tutto ha inizio in una delle situazioni topiche più odiate: il Cenone di Natale. Vi sfido a non aver mai avuto pensieri non proprio carini in mezzo ad una baraonda di facce, sguardi e commenti fatti da individui che, quotidianamente, evitate  come la peste. La Vigilia di Natale in casa Fumagalli si presenta proprio così, come una Vigilia di Natale qualunque in una famiglia qualunque; delle persone, tutte donne, attendono a tavola Vittorio Fumagalli, il noto scrittore, il capofamiglia, minimo comune denominatore per tutte. Madre, sorella, ex moglie, moglie attuale, figlie di primo e secondo letto, amante o presunta tale, tutte le donne di Vittorio, ognuna con la propria personalità che chi legge imparerà a riconoscere tra le pagine, tramite sapienti cambi di registro e punti di vista, in attesa del grande assente che, nel frattempo, sembra essere sparito nel nulla. E' filato via, non si sa come, dove né perché e mentre la polizia indaga, anche il lettore è portato a saperne di più di una famiglia allargata dove non è tutto oro ciò che luccica. Un uomo e le sue donne, tante, troppe: troppe mogli, troppe figlie, troppe madri. Tutte le donne [...] sono state troppe cose. Sempre oltre le loro competenze: la madre che tende ad essere moglie, in conflitto con la moglie che tende ad essere madre. La figlia che si sente moglie, urtando la moglie che ha bisogno di sentirsi figlia. L'amante che gioca a fare la sorella, mentre la sorella si crede un'amante. Donne insicure, donne ingombranti, donne indifferenti; occupano la scena, lasciando in disparte l'uomo di casa che aleggia come un fantasma su tutta la vicenda, fino alla fine dove, con un giro di volta inaspettato a primo impatto eppure, in seguito, del tutto plausibile, tira fuori la propria verità su tutto l'amore, dato, mancato, ricevuto ed una scelta di vita da compiere o forse già inconsapevolmente compiuta; un anno è  trascorso, le luminarie emettono nuovamente  tenui bagliori, Sant'Ambrogio incombe ed è tempo di decidere se scoprire le carte, liberandosi per sempre dall'ombra della Madunina oppure tornare ad essere una sorta di Fu Mattia Pascal dei ricchi che non hanno più lacrime, a dare una svolta dolceamara a quella che è, fino all'ultimo capitolo, una vicenda ben scritta e ben narrata.

Commenti

  1. Ecco, l'avevo preso per un saggio anch'io.
    Sì, meno male che ci sono i blog e i blogger. Segno, perché gli ambienti circoscritti e le riunioni di famiglia nella vita di tutti i giorni sono cose che odio, ma leggendo (e anche di più al cinema) solitamente apprezzo. ;)

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    1. Non è spassoso come quello della Basso ma fila che è un piacere e quasi non vuoi staccartene; inoltre è piccolo, nemmeno 200 pagine, perfetto nei periodi di piena, quando hai bisogno di staccare perché troppe parole ti frullano in testa e, sì, ho pensato anch'io che avesse una struttura cinematografica, chissà che prima o poi non ne facciano un film ;) .

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  2. No ma davvero???? Grazie Cecilia!! Addirittura i ringraziamenti, divento rossa. Sono strafelice che ti sia piaciuto, come sai, l'ho adorato :-)
    A presto

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  3. Ceci lo leggerò presto anch'io! Il mio libraio poco entusiasta mi aveva fatto desidtere dal richiederlo alla Garzanti, ma fortunatamente ho dato retta a voi blogger!

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  4. Concordo su tutto. Bella recensione.
    un saluto da lea

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