Alice Basso: anatomia di una giallista seria(le)


In questa fase della mia vita, apprezzo molto la narrativa di genere.

Saghe familiari, rosa, gialli, a volte anche mischiati tra loro, rappresentano la maggior parte delle mie letture attuali. Li leggo da anni, ormai, e forse per questo sto iniziando ad avere un problema: quello della serialità.

Era un problema ricorrente in primis con i fantasy, che ho risolto aspettando la certezza della pubblicazione anche in Italia, dopo un’adolescenza segnata dalla delusione di saghe interrotte.

Con il giallo, però, soprattutto italiano, sta diventando una vera e propria piaga.

Sembra infatti non esserci giallista che, una volta conquistato il successo di pubblico, rinunci a spremere personaggi e sottotrame fino a renderli insignificanti e inconsistenti, a volte accelerando il processo grazie ad adattamenti televisivi o cinematografici di dubbia qualità.

In questo panorama desolante, Alice Basso rappresenta una felice eccezione per un’infinità di motivi. Di seguito, ne elenco cinque, come il numero di volumi di entrambe le serie di gialli firmati dalla sua formidabile penna e pubblicati da Garzanti:

1. progetta tutta la serie prima di cominciare a scriverla 

2. ne stabilisce numero di volumi e sviluppi di trama verticale (per l’indagine del singolo volume, autoconclusiva) e orizzontale (sviluppo di sottotrame che facciano evolvere i personaggi nel corso dell’arco narrativo dell’intera serie).

3. non ha cambiato idea, (almeno per il momento) facendosi tentare da operazioni commerciali che pure potrebbero giovarle economicamente, rimanendo fedele alla parola data a chi la legge e rispettosa dello spirito di ciò che scrive 

4. In quest’ottica, non ha acconsentito (almeno per il momento) alla realizzazione di trasposizioni televisive/cinematografiche che finiscano per snaturare il senso delle proprie opere (leggi “adattamenti di dubbia qualità”, sopra) nonostante ciò possa portarle innumerevoli vantaggi

5. È un’interlocutrice sempre sul pezzo e aperta al confronto con chi la legge, come si evince dai suoi canali social 

Se quindi siete alla ricerca di gialli anche un po’ rosa di qualità, scritti in maniera ineccepibile, con sagacia e ironia, la penna di Alice Basso potrebbe fare al caso vostro.

È infatti principalmente nota per la serie di:

Vani Sarca, ghostwriter 

composta da

1. L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome (2015)

2. Scrivere è un mestiere pericoloso (2016)

3. Non ditelo allo scrittore (2017)

4. La scrittrice del mistero (2018)

5. Un caso speciale per la ghostwriter (2019)

e due racconti in digitale: La ghostwriter di Babbo Natale - Un racconto di Natale di Vani Sarca (2017) e Nascita di una ghostwriter - Il primo lavoro di Vani Sarca (2018)

in cui la ghostwriter Silvana Sarca, detta Vani, si troverà a investigare con il commissario Romeo Berganza (<3) e altri comprimari nella Torino contemporanea

e

per la serie di Anita Bo, dattilografa:

composta da

1. Il morso della vipera (2020)

2. Il grido della rosa (2021)

3. Una stella senza luce (2022)

4. Le aquile della notte (2023)

5. Una festa in nero (2024)

dove Anita Bo, apprendista dattilografa alle soglie del matrimonio nella Torino degli anni Trenta, si trova a vivere e riportare su carta casi di cronaca nera insieme al proprio capo, Sebastiano Satta Ascona, altrimenti fatti passare sotto silenzio dallla censura del regime fascista.


L’ultimo volume in particolare, Una festa in nero, si è rivelata una lettura perfetta per il 25 Aprile, piena di spunti di riflessione e ottima chiusura del ciclo.

Inutile aggiungere che consiglio vivamente la lettura di entrambe le serie che, personalmente, considero tra le più riuscite del panorama giallo italiano contemporaneo, in attesa delle prossime avventure che l’autrice deciderà di condividere con noi.


Voi conoscete Alice Basso? Avete letto i suoi libri? Se vi va, fatemelo sapere ;)


Grazie per l’attenzione, a presto!

Commenti

  1. Che bello tornare a leggerti. Di Alice ho letto, e adorato, i primi tre volumi dedicati a Vani. Purtroppo ho una natura incostante e non ho proseguito, ma non per colpa sua, ma per colpa mia. Il pensiero di recuperare tutto, serie nuova compresa, c'è.

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    1. Grazie! Non ti crucciare: evidentemente non era il loro momento. Adesso entrambe le serie sono complete, quindi puoi comunque recuperare. Non so se, pur scorrevolissimi, siano ancora molto nelle tue corde ma, abitando a Torino, potresti trovarle interessanti anche solo per questioni logistiche. Inoltre il terzo volume della serie di Anita, "Una stella senza luce", potrebbe piacerti parecchio perché c'è un gran lavoro di ricostruzione del cinema degli anni Trenta e il protagonista del caso è un regista di film muti ;)

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