Brevi impressioni: "3000 Modi per dire Ti amo" di Marie Aude Murail, "La battuta di caccia" di Isabel Colegate, "Facebook in the rain" di Paola Mastrocola

Marzo è stato un mese di arretrati. Non mi era mai capitato d'averne così tanti, colpa dello stress che mi ha resa una lettrice notturna compulsiva, e spero, se dovesse malauguratamente capitare di nuovo, di saper gestire meglio la situazione; oggi vi parlo delle ultime tre letture pregresse, tutte insieme, un po' perché questa storia di rimanere indietro con le recensioni è come un circolo vizioso infinito e non se ne esce, un po' perché mi piace l'idea di accostare tre romanzi diversissimi tra loro per genere e tematiche, con un unico denominatore comune ovvero che sono stati scritti tutti da donne. Incrocio dunque le dita per la buona riuscita di questo esperimento e vi auguro
Buona lettura.
Cecilia

3000 Modi per Dire Ti Amo
di Marie Aude Murail
224 pp. 12 euro
Giunti
Mr Ashley ha sfoggiato dodici modi di dire "Ti amo" al vaso del mio salone. Diffidate di lui. E' un grande attore.
Questa citazione tratta da Miss Charity della stessa Murail ha fatto impennare le aspettative per questa sua recente pubblicazione, perché Miss Charity è il libro che vorrei aver scritto, un grande omaggio, prosa sotto forma di testo teatrale nella migliore tradizione Wildiana, ad alcuni degli esponenti letterari più famosi della letteratura anglosassone Ottocentesca. Se non lo avete ancora fatto, recuperatelo, non ve ne pentirete.
Questa breve digressione è funzionale al discorso in quanto, come avrete capito, anche qui si parla di attori e maschere. Marie Aude Murail ci guida nel mondo teatrale tra corsi improvvisati ed illustri accademie di recitazione insieme ai tre protagonisti, Chloé, Bastien e Neville, tutti aspiranti declamatori di Shakespeare e company davanti ad una platea. Con il suo solito stile simil teatrale, alternando un narratore esterno ad uno in prima persona, Marie Aude Murail  mette in scena un altro romanzo di formazione dove adolescenti, grazie ai drammi di chi ha vissuto prima di loro, trovano la propria strada nella vita. A volte pasticciando, altre con massima serietà, l'autrice racconta di un mondo che le è noto, provenendo lei stessa da una famiglia d'arte, pur non brillando come in altre sue opere dove, forse, il suo estro e la vena creativa, ironica eppure estremamente delicata in varie occasioni, viene messa maggiormente in risalto dal contrasto con i temi d'attualità nel mondo degli adolescenti e, talvolta, non. Murail conferma comunque d'essere un'ottima penna e valido punto di riferimento nel panorama della letteratura per ragazzi contemporanea, rivelando un talento raro nel parlare al cuore di chi legge, con passione ed ironia, come sempre dovrebbe essere.


La battuta di caccia
di Isabel Colegate
pp.233, 16 euro
Beat
Una piccola premessa per ringraziare la gentilissima Giulia dell'Ufficio Stampa per la disponibilità.
Natale mi ha lasciata orfana di Downton Abbey e, se da una parte ci sono gioia per un gioiellino che, dati i presupposti delle ultime stagioni, poteva concludersi molto male e sollievo perché tutto è bene quel che finisce bene, dall'altro c'è la tristezza di un pezzo di vita che finisce. Da ciò l'esigenza di un surrogato quantomeno soddisfacente, se non in TV almeno nella letteratura, che tuttavia non è stata soddisfatta pienamente dal celebre romanzo di Isabel Colegate. Diffidare sempre degli strilloni e delle cover, non importa quante e quali somiglianze ci siano. Sir Randolph Nettleby e la compagnia riunita nella grande tenuta dell'Oxfordshire non è Lord Grantham con tutti i personaggi che si sono avvicendati nelle varie puntate di Downton Abbey però la situazione descritta dalla Colegate potrebbe aver ispirato Fellowes, questo sì, specie nell'idea di descrivere la fine della Belle Epoque e l'Empire à la fin de la decadence per l'aristocrazia inglese. Il declino, per la compagnia di Nettlebley, è lento ma inesorabile ed evidente: molto spazio alla servitù, meno alle affettazioni e civetterie varie di una nobiltà stanca eppure ancora vanesia che compie il proprio canto del cigno con, imminente, il peso della Grande Guerra sullo sfondo. 
L'opera che valse alla sua autrice il W.H. Smith Literary Award, uno dei più prestigiosi premi letterari britannici, oltre ad aver presumibilmente ispirato il premio Oscar Fellowes, ha avuto una propria trasposizione sul grande schermo alquanto famosa, almeno così dicono, tra le prime a mostrare l'oro che non luccica nei magnifici saloni delle tenute di campagna immerse nella brughiera. Stile impeccabile e scrittura magistrale rivelano però un unico difetto, la mancanza di empatia con chi legge che, a differenza di altre situazioni e contesti, non prova il minimo sentimento, solo indifferenza, verso questi personaggi e la loro parabola discendente, individui a cui non resta altro che osservare annuari e dagherrotipi per ricordare i tempi d'oro cristallizzati dal negativo di foto ormai sbiadite.


Facebook in the rain
di Paola Mastrocola
125 pp. 10 euro
Guanda
Facebook in the rain di Paola Mastrocola, una volta terminato, è andato a posizionarsi nella serie di letture random, pescate per caso su un Kindle non aggiornato, che non sapresti come inquadrare. Una lettura ironica della comune dipendenza dai social o un semplice chick lit mal riuscito, mentre ti soffermi a pensare a cosa ti ha lasciato, ti tornano in mente tutti gli elementi buffi che ci hai trovato dentro e desisti dal proposito. Al di là da ogni definizione è la vicenda che vede protagonista Evandra che, da un opposto all'altro, passa dall'essere una vedova afflitta assidua frequentatrice del camposanto ad essere invece un'assidua frequentatrice dei social network, di Facebook in particolare, quando fuori piove. Tutto merito - o colpa - dell'amica Rosangela, svampita in cerca dell'anima gemella e dell'attempato Baldo, all'anagrafe Gesualdo Spossato, mago del computer. Una commedia tragicomica, semiseria, che vorrebbe trattare con leggerezza del rapporto tra umani e tecnologia ma fallisce miseramente dopo l'esordio spiritoso, precipitando in una pesantezza fatta di prevedibilità e brodo allungato, neppure troppo, fortunatamente, data l'esiguità del numero di pagine, che di certo poteva ispirare qualche dubbio sulla riuscita dell'impresa. Chissà che non sia per una prossima volta.

Commenti

  1. Facebook in the rain mi era paiaciuto :) E mi rimane il desiderio di scoprire meglio l'autrice.

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    1. Per una volta, non siamo dello stesso avviso; mai dire mai ma non penso di leggere altro della Mastocola a breve.

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  2. Nooo!!!! Come non vuoi leggere altro? E non so niente di te? Lo hai letto? Dai...devi dare all'autrice un'altra possibilità.
    :-)
    Lea

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  3. ho adorato Miss Charity e mi riprometto di leggere altro di questa autrice, ma sono sommersa di libri e tendo sempre a rimandare, questo titolo non lo conoscevo e dopo aver finito buchi nella sabbia ambientato proprio a teatro mi viene ancora più voglia di leggerlo :)

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