Recensione: "Quel che resta del giorno" di Kazuo Ishiguro

 

Titolo: Quel che resta del giorno
Autore: Kazuo Ishiguro
Prezzo: 12 euro
Pagine:271
Editore: Einaudi





 
                                                            
 
Trama:
 

La prima settimana di libertà dell'irreprensibile maggiordomo inglese Stevens diventa occasione per ripensare la propria vita spesa al servizio di un gentiluomo moralmente discutibile. Stevens ha attraversato l'esistenza spinto da un unico ideale: quello di rispettare una certa tradizione e di difenderla a dispetto degli altri e del tempo. Ma il viaggio in automobile verso la Cornovaglia lo costringe ben presto a rivedere il suo passato, cosi tra dubbi e ricordi dolorosi egli si accorge dì aver vissuto come un soldato nell'adempimento di un dovere astratto senza mai riuscire ad essere se stesso. Si può cambiare improvvisamente vita e ricominciare daccapo? Da questo romanzo di Ishiguro, acclamato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e vincitore del prestigioso Booker Prize, nel 1993 il regista americano James Ivory ha tratto un famoso film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson.
 

 
 
Ho deciso di non dare nessuna stella non perché il libro non ne fosse degno, anzi, ma perché a volte, semplicemente non riesco a giudicare un libro in base a questo criterio.
Quel che resta del giorno è un libro immenso, da meditare e metabolizzare pian piano.
 
Mr Stevens, maggiordomo a servizio di un rispettabile Lord inglese, rievoca memorie dei tempi andati, di particolari momenti della propria vita, durante un viaggio in macchina.
Egli, totalmente dedito al lavoro,ha sacrificato tutto sé stesso alla "dignità di maggiordomo" nell'adempimento delle proprie funzioni.
Il viaggio, anch'esso intrapreso per questioni lavorative, è il momento ideale per Mr Stevens di ripercorrere la propria vita e chiedersi se, forse, sarebbe stato il caso di affrontare alcune situazioni in maniera differente e quali avvenimenti si sarebbero verificati in conseguenza di ciò.

Devo confessare che, durante la lettura, mi sono sentita pervadere da una profonda maliconia e mi è venuto spontaneo pensare ad un altro maggiordomo, Mr Carson, celebre maggiordomo della fantomatica Downton Abbey, nel quale ho ritrovato le stesse caratteristiche di Mr Stevens.

Tornando al libro, penso che il messaggio che l'autore vuole mandare sia di non vivere la propria vita a senso unico, di non guardare in una sola direzione, bensì di aprirci a nuove prospettive e possibilità; potrebbe infatti arrivare un momento nella nostra vita durante il quale tutto potrebbe essere rimesso in discussione.


Consigliato: assolutamente sì

Tempo di Lettura: un mese

Umore: riflessivo, meditativo

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