Recensione: "Le lettere segrete di Jo" di Gabrielle Donnelly

Cari readers, eccomi tornata non con le  #Quotes of the Week - questa settimana non ne ha portate - ma per parlarvi di un gradevole ritorno alle origini, che fa bene ogni tanto, rappresentato da Le lettere segrete di Jo di Gabrielle Donnelly.
Buona lettura ma niente abbraccio, altrimenti rischio di attaccarvi l'influenza. :)
Cecilia

Titolo: Le lettere segrete di Jo
Autrice: Gabrielle Donnelly
Pagine: 378
Prezzo di copertina: 6,90 euro
Prezzo ebook: 4,99 euro
Editore: Giunti

Sinossi:
Lulu è un vero disastro, ne combina una dietro l'altra e, a differenza delle due sorelle, non sa immaginare nitidamente il suo futuro. Passa senza sosta da un lavoretto all'altro, sentendosi sempre più disorientata e insicura. Ma cosa succede se un giorno, in soffitta, mentre rovista in una vecchia valigia alla ricerca di alcune ricette, si imbatte per caso in un plico di lettere scritte nientemeno che dalla trisnonna JoMarch, l'intrepida protagonista di "Piccole donne"? Per Lulu non può esserci rivelazione più grande. Timorosa, ma al massimo dell'eccitazione, serba il segreto tutto per sé e si fa trascinare nel mondo delle sorelle March, pieno di analogie con le inquietudini e le disavventure della sua vivace famiglia. E mentre la saggezza e il coraggio di nonna Jo le scaldano il cuore, Lulu sente crescere dentro di sé una forza inaspettata, che la aiuterà a trovare con passo sicuro la sua nuova strada.



Prima di Elizabeth Bennet e Jane Eyre, di Anna dai capelli rossi Shirley e Margaret Hale, c'erano loro, le Piccole Donne, a tenermi compagnia, indirizzandomi verso una vita dai sani valori, tendente all'indipendenza.
In cerca di rassicurazioni sul tipo di donna che sarei voluta diventare sapevo che, prendendo in mano la sgualcita edizione a fumetti che assomma in sé i primi tre volumi Alcottiani, ne avrei trovate nella paziente Meg, nella docile Beth, nella sofisticata Amy con i suoi teneri strafalcioni ma soprattutto in Jo, l'eccentrica sorella scrittrice che, anelante alla libertà e all'amore, non aveva esitato a stravolgere gli schemi rifiutando una vita apparentemente perfetta per lei, e che con armi e bagagli si era trasferita in terra straniera per rincorrere i propri ideali ed i propri sogni.
Stranamente, solo leggendo questo sequel contemporaneo, firmato dalla penna di un'arguta scrittrice e sospetto sognatrice lei stessa nel segno delle sorelle March, mi sono ricordata di non aver mai finito la tetralogia: leggere delle sorelle rimaste felicemente riunite intorno al fuoco della loro casa paterna nella Vigilia di Natale mi è sempre bastato, un finale giusto, che non mi ha mai fatto desiderare di sbirciare nella vita matrimoniale di Josephine Bhaer, alle prese con la direzione di un collegio.
Facendo la conoscenza delle trisnipoti della formidabile Jo, mi è sorto nel cuore un sentimento a metà tra il senso di colpa ed il sollievo perché la grande fedeltà alle opere originali e specialmente l'insolita idea della ricostruzione del ramo femminile della discendenza familiare non ha reso necessario il recupero del pezzo mancante.
Emma, Lulu - che per cattiva abitudine ho letto per tutto il tempo accentato sull'ultima sillaba, tronco - e Sophie sono tre ragazze moderne. Figlie di un inglese con il famoso senso dell'umorismo british, spesso via per lavoro con una moglie immaginaria ubbidiente al seguito, completamente diversa da quella in carne ed ossa, Fee psicanalista con un passato da hippie, il cui accento diviene marcatamente bostoniano quando si irrita rivelandone l'origine americana, le sorelle Atwater possono essere considerate degne di Jo e delle sue sorelle Meg ed Amy.
Il romanzo, articolato in lunghi capitoli parzialmente epistolari per via della corrispondenza della trisavola, scorre bene in terza persona, narrando speranze, angosce, gioie e dolori di una famiglia che ritrovando le proprie origini riscopre sé stessa ed il futuro. Perché una famiglia felice è la cosa più bella del mondo.

3 Stelle e mezza

Consigliato:
Tempo di lettura: 3 Giorni


Gabrielle Donnelly, nata e cresciuta a Londra, dove ha scritto per diverse riviste femminili, prima di trasferirsi a Los Angeles e specializzarsi in giornalismo dello spettacolo. Insieme a Julia Braun Kessler ha pubblicato, con lo pseudonimo di Julia Barrett, Presumption: An Entertainment, uno dei primi sequel di Orgoglio e pregiudizio. Vive a Los Angeles con il marito ed è una fan sfegatata di Louisa May Alcott da quando era bambina.

Nel 2011 Giunti ha pubblicato in Italia Le lettere segrete di Jo, storia delle pronipoti della protagonista di Piccole donne.

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