Recensione: "Ti prendo e ti porto via" di Niccolò Ammaniti

Titolo: Ti prendo e ti porto via
Autore: Niccolò Ammaniti
Pagine: 451
Prezzo di copertina: 9,50 euro
Editore: Mondadori

Sinossi:
A Ischiano Scalo il mare c'è ma non si vede. In questa periferica maremma di paludi e zanzare, di bar e casette affacciate sul nulla di una strada provinciale si svolgono due storie d'amore. Pietro e Gloria sono due ragazzini. Lei è figlia di un direttore di banca, è sveglia, bella e sicura di sé. Lui è figlio di un pastore psicopatico, è introverso, sognatore, e la vittima preferita dei bulli del paese. Graziano Biglia è tornato a Ischiano, con la sua fama di chitarrista sciupafemmine e il cuore spezzato da una cubista. Qui conosce la professoressa Flora Palmieri, una donna sola e misteriosa che ha rinunciato alla propria vita per prendersi cura della madre. E tra i due, in apparenza lontani come i pianeti di due galassie, nasce un'attrazione. Una folla di creature strambe e grottesche si muove attorno ai protagonisti, come nella scia di un vento elettrico e vorticoso.


Accade, sempre per caso e abbastanza in sordina, che si cominci a parlare di un certo autore in posti noti e meno noti dove ti trovi ad essere. Comincia così, ormai lo so perché succede spesso, e dopo viene il bisogno di colmare la propria ignoranza in materia. Niccolò Ammaniti è uno di quegli autori che conosco più per parente di che per la propria professione di scrittore; colpa forse, di Io non ho paura visto con la comitiva sbagliata al momento sbagliato, mai terminato, credevo non facesse per me. Con l'uscita di Anna che forse mi piacerebbe perché ambientato nella mia Sicilia eppure al momento non vale il proprio prezzo, ho cominciato a riconsiderare l'idea di dare una lettura a qualcosa di suo dando inizio a consultazioni e ricerche che hanno portato tra le mie mani Ti prendo e ti porto via, una garanzia di riscatto a detta di tutti. Ebbene, se c'è un merito da riconoscere a questo piccolo mattoncino esteticamente assonante con la crudezza dello stile narrativo della vicenda, è che davvero ti prende e ti porta via, nel senso che non lo molli più perché il bisogno di conoscere il destino dei personaggi è fortissimo, quasi al limite della dipendenza - ergo non leggetelo nelle pause tra le lezioni perché potreste trovarvi a lezione terminata senza uno straccio di appunto benedicendo il giorno in cui hai portato il registratore in borsa -. La scurrilità necessaria, secondo l'autore, a descrivere la situazione di Graziano, playboy fallito figliol prodigo, era prevedibile così come una descrizione psicologica dettagliata ma ciò che invece lascia perplessi è una stereotipizzazione di fondo - il ragazzino sensibile vittima perfetta dei bulletti di turno, povero, con una famiglia pessima alle spalle e la ragazza ricca e piena di possibilità, il latin lover impenitente e la maestrina santarellina, ma che davvero? - sommata ad un'atmosfera tragica aleggiante sin dall'inizio, una sorta di destino avverso contro cui non si può far nulla. Ecco, questo non me lo aspettavo. La descrizione superficiale del paesino di provincia tanto banale e marcio quanto incontaminato lo era quello Verghiano, da cui doveva essere allontanato chi tentava la scalata a più alte vette, colpevole  in fondo di una colpa non propria, vittima della società che segna il destino di Pietro come quello di Ntoni. E' vero, nelle ultime battute i più ottimisti scorgeranno una flebile promessa di riscatto, di una speranza per un futuro migliore, eppure non è sufficiente a perdonare un rovescio di fortuna apparentemente inspiegabile, immeritato, assolutamente vano.


Risultati immagini per niccolò ammanitiNiccolò Ammaniti è nato a Roma. Ha pubblicato da Mondadori Nel nome del figlio(1995), Fango (1996), Ti prendo e ti porto via (1999) e Come Dio Comanda (Premio Strega 2007, è stato portato sul grande schermo da Gabriele Salvatores). Presso Einaudi sono usciti un suo racconto nell'antologia Gioventú cannibale (1996), i romanzi Branchie (1997), Io non ho paura (2001, 2011 e 2014), Che la festa cominci (2009, 2011, 2015), Io e te (2010), la raccolta di racconti Il momento è delicato (2012) e la raccolta di storie a fumetti Fa un po' male (2004), sceneggiata da Daniele Brolli e disegnata da Davide Fabbri. Per Einaudi Stile Libero ha curato l'antologia Figuracce (2014). Nel 2014, Stile Libero ha ripubblicato Ti prendo e ti porto via e Fango e, nel 2015 , Come Dio Comanda
Il suo ultimo romanzo è Anna (Stile Libero 2015). Dai suoi libri sono stati tratti film di successo, di importanti registi. È pubblicato in quarantaquattro Paesi e il suo sito ufficiale è all'indirizzo www.niccoloammaniti.com.

Commenti

  1. ho letto questo libro una vita fa, ero giovane all'epoca :D ma ricordo che mentre tutti ne parlavano benissimo a me non aveva suscitato alcuna particolare emozione. difatti non ho più letto nulla di ammaniti ...

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    1. Stessa tua esperienza Chicca,a quanto pare. Io però voglio recuperare Anna, quando sarà ad un prezzo abbordabile e devo vincere il trauma causato da Io non ho paura, magari anche solo terminando il film.

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