Recensione: "Tentativi di botanica degli affetti" di Beatrice Masini

Titolo: Tentativi di botanica degli affetti
Autrice: Beatrice Masini
Pagine: 324
Prezzo di copertina: 13 euro
Prezzo ebook: 6,99 euro
Editore: Bompiani

Sinossi:
Primo Ottocento, primavera. Bianca Pietra, giovane donna di buona educazione e scarsi mezzi, lascia la casa natale sul lago di Garda per approdare nella campagna milanese, ospite di un poeta di chiara fama: don Titta ha l'estro dell'agricoltura sperimentale, che pratica nella sua tenuta, e in più coltiva fiori e piante esotiche nel parco della villa di Brusuglio. E Bianca, abile acquerellista, è chiamata a ritrarre il patrimonio botanico del padrone di casa. Graziosa, ardente, irrequieta, si accinge al compito con slancio, entrando a far parte di una famiglia grande quanto complicata. Disegna, dipinge, esplora i giardini e studia con interesse la miriade di personaggi che popolano la grande dimora: tra di loro c'è Pia, una servetta orfana di acuta intelligenza e garbo innato che gode di singolari privilegi. Curiosa fino all'impudenza, sincera all'eccesso, incline alle fantasticherie, Bianca si convince che le origini di Pia nascondano un segreto e che don Titta con tutta la famiglia si stia dando molta pena perché esso resti tale: quanto basta per darle il desiderio di scoprire la verità avviando un'indagine appassionata. Ciò che Bianca, così acuta nell'osservare e illustrare la natura, si ostina a non comprendere è che questa ricerca del vero vede in gioco i suoi stessi sentimenti: ed è un gioco pericoloso, perché la botanica degli affetti non è una scienza esatta, non conosce regole e può rivelarsi profondamente ingannevole.


Entro in una libreria per un'occhiata - non è la solita promessa di Pulcinella, ci sono riuscita altre volte - e ne esco con un libro che non sapevo di volere; a dire la verità, non ero a conoscenza neppure della sua esistenza, eppure sembra esser dotato di tutti i presupposti per piacermi: una bella edizione dai bordi arrotondati, un titolo intrigante, un'autrice con alle spalle un curriculum multitasking di tutto rispetto e, meno, una sfilza di premi letterari vinti. Anche l'epoca storica, l'Ottocento in quel ramo del lago di Como o giù di lì ed una protagonista inglese mezzosangue che la mente febbrile mi aveva fatta associare a Jane Eyre ancor prima di conoscerla, dato il comune talento per il disegno ed una singolare indipendenza per i tempi.
Una prosa elegante, talvolta sofisticata ed ermetica, accompagna il lettore nei meandri delle dimore del Poeta e in quelli della mente e del cuore di Bianca Pietra e, a lungo, lo stanca; un narratore in terza persona non assolve al meglio il proprio compito, così come la miss artista, chiamata all'incarico retribuito di ritrattista della flora della serra di Don Titta, s'interessa maggiormente alle sorti di una serva privilegiata che alle proprie, pagandone, infine, il salato prezzo. 
La botanica degli affetti non è una scienza esatta ed i tentativi di classificarla rigorosamente non vanno spesso a buon fine. Dal canto mio, poi, priva come sono di pollice verde, le probabilità di successo, come in questo caso è avvenuto, rasentano lo zero.
Non c'è stato giorno della mia vita in cui non abbia atteso al varco questo dolore. [...]E tutto ciò che si sceglie diventa responsabilità morale ancor prima che sociale. Una responsabilità troppo grande, quella affidata all'esordio nella narrativa per adulti di Beatrice Masini, perché carica delle aspettative più alte. E' noto, d'altronde, come la varietà ed i differenti gusti letterari rendano la letteratura una delle frequentissime "scienze" inesatte.

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