Recensione: "Ho lasciato entrare la tempesta" di Hannah Kent

Titolo: Ho lasciato entrare la tempesta
Autrice: Hannah Kent
Pagine: 350
Prezzo di copertina: 17,50 euro
Editore: Piemme

Sinossi:
Strega, seduttrice, colpevole, assassina: Agnes Magnúsdóttir è accusata di molte cose. Perché nell'Islanda dell'Ottocento - immersa nella nebbia come in mille superstizioni - lei, con la sua bellezza, il suo animo ribelle, la sua intelligenza troppo vivace, è diversa da tutte. Diversa anche per l'uomo che si è scelta: Natan Ketilsson, un uomo più vicino ai diavoli dell'inferno che agli angeli del paradiso, come mormorano nel villaggio, capace di risuscitare i morti con pozioni a base di erbe conosciute solo da lui. E ora che Natan è morto, ucciso da diciotto coltellate, il villaggio decide che la colpevole dell'efferato omicidio non può che essere lei, Agnes. La donna che lo amava. E mentre, ormai condannata, attende la morte per decapitazione, Agnes racconta la sua versione della storia alle uniche persone amiche che il destino le concede nei suoi ultimi giorni: la moglie del suo carceriere, e un giovane e inesperto confessore. E anche se la morte sarà la fine inevitabile, per Agnes la vita continua altrove: nei pensieri, nei sogni, nelle storie che ha letto, e nell'amore per Natan. Le cose che appartengono soltanto a lei, e che nessuno potrà toglierle.




Scorrendo l'elenco delle ultime letture del 2014 mi sono accorta che, inconsapevolmente, negli ultimi mesi dell'anno appena trascorso ho tralasciato il genere storico; lo riprendo adesso con un'opera dove sono legate a doppio filo due tematiche che mi stanno particolarmente a cuore: la condizione femminile e la pena di morte. Sono passata dall'Inghilterra del '500, ambiente privilegiato delle mie letture del genere, all'Islanda dell'Ottocento. Sì, avete letto proprio bene: l'ambientazione del romanzo storico che Hannah Kent, per studi vari e raccolta di testimonianze e documenti, ha impiegato dieci anni a scrivere è proprio la piccola e fredda isola nordica tanto vicina alla Groenlandia da farmele confondere per un attimo.
La scrittrice statunitense ricostruisce gli eventi di una vicenda tristemente famosa nella storia islandese: la condanna a morte di Agnes Magnùsdòttir, ultima vittima del boia sul suolo dell'isola, non applicata dal 1830 e abolita ufficialmente nel 1928. Agnes si racconta in prima persona durante il periodo antecedente all'esecuzione della sentenza e lo fa alternandosi ad un punto di vista esterno che descrive i pensieri e gli stati d'animo delle altre persone coinvolte, la famiglia di contadini che la tiene in custodia e il confessore che cerca di aiutare la donna a ritrovare la serenità perduta, con ogni capitolo aperto dal carteggio processuale, da corrispondenza e qualche poesia. Ci si trova così di fronte ad una donna che la cui colpa è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato; troppo intelligente e sicura di sé, ha lasciato entrare la tempesta che l'ha sconvolta e portata con sé.
Pur ferrata sull'argomento, l'autrice dipinge con mano malferma ed uno stile poco scorrevole che rischia spesso di sfociare nella noia un ritratto ambiguo, come lei stessa lo definisce, di Agnus Magnusdottir, comunemente additata come una strega insensibile che istigò all'omicidio cui, secondo voci di corridoio, sarebbe prossima a dare il volto Jennifer Lawrence con Gary Ross, già regista di Hunger Games, dietro la macchina da presa.
Ho lasciato entrare la tempesta resta comunque un ottima ricostruzione storica, seppur fittizia in alcuni tratti come ogni romanzo del genere che si rispetti, riguardo una donna misteriosa, una delle tante che si è creduto di conoscere ma di cui non si è mai ascoltata la versione dei fatti, un'altra Hester Prynne marchiata non da una lettera scarlatta bensì dall'opinione pubblica, il giudice più severo, crudele, ingiusto che raramente ammette i propri errori anzi molte volte uccide più di un atto vigliacco, più di una mannaia.



Consigliato: sì
Tempo di lettura: 2 Giorni

Giovanissima autrice australiana Hannah Kent ha esordito con Ho lasciato entrare la tempesta nel 2013, lasciando stupefatta la critica e incantando il pubblico dei molti paesi in cui il romanzo è stato finora tradotto. 

Commenti

  1. Ho preso questo libro al Libraccio qualche mese fa e mi incuriosisce molto sia la vicenda che l'ambientazione.
    Lo leggerò prestissimo.
    Ottime riflessioni ;) A presto!

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  2. Ricordo che di questo libro mi aveva colpito la cover, che in realtà poi guardandola meglio non è nemmeno chissà cosa, ma non avevo approfondito la trama. Da un lato mi sembra abbastanza interessante, ma non ho ancora capito se il genere storico fa per me. Non ne leggo molti, anzi credo che quelli che ho letto si possano contare sulle dita di una mano, però intendo rimediare. Infatti ho già pronto Tutta la luce che non vediamo, di Anthony Doerr, ne ho sentito parlare benissimo e non vedo l'ora di leggerlo. Se ti piacciono gli storici, forse potresti provarlo :)

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    1. Grazie per il consiglio, me lo segno. Per iniziare, potresti provare la saga della Guerra delle Due Rose di Philippa Gregory: io l'ho trovata molto avvincente :)

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