Recensione: "Cercando Alaska" di John Green

Titolo: Cercando Alaska
Autore: John Green
Pagine: 349
Collana: SuperPocket
Prezzo di copertina: 5,90 euro
Editore: Rizzoli

Trama:
Miles Halter, sedici anni, colto e introverso, comincia a frequentare un'esclusiva prep school dell'Alabama. Qui lega subito con Chip, povero e brillantissimo, ammesso alla scuola grazie a una borsa di studio, e con Alaska Young, divertente, sexy, attraente, avventurosa studentessa di cui tutti sono innamorati. Insieme bevono, fumano, stanno svegli la notte e inventano scherzi brillanti e complicati. Ma Miles non ci mette molto a capire che Alaska è infelice, e quando lei muore schiantandosi in auto vuole sapere perché. È stato davvero un incidente? O Alaska ha cercato la morte?



4 Stelle

Letto tutto d'un fiato, in Cercando Alaska ho ritrovato il John Green di Colpa delle Stelle, forse ancora non proprio a quei livelli ma sulla buona strada. Questa volta però, a differenza del volume narrante la vicenda di Hazel e Gus, non ho versato nemmeno una lacrima. A questo proposito dovrei complimentarmi con coloro che si occupano di riassumere la sinossi: davvero una bella strategia di marketing svelare al lettore il punto focale della trama! Magari dovrei anche ringraziarvi per aver fatto sì che fossi preparata e non subissi un trauma, al solito.
Lasciando da parte il sarcasmo, Cercando Alaska è davvero un bel romanzo.
Si potrebbe pensare che sia il solito romanzo sugli adolescenti e le loro prime esperienze nel mondo, tuttavia lo stile fresco e scorrevole dell'autore, che sa alternare momenti comici ad altri solenni sempre senza scadere nella noia o nel ridicolo, lo rende una voce fuori dal coro.
Miles - Ciccio per gli amici -, Chip, Takumi e la bellissima, inquieta Alaska con il loro perennemente interrogarsi sul senso della vita, del dolore, sono tutti noi quando ci facciamo le stesse domande che attanagliano da secoli ogni persona; le loro esperienze, i loro discorsi, i loro pensieri rispecchiano il modo di reagire alla paura dell'esistenza, perché solo confrontandoci con essa e con la cessazione della vita che potremmo chiarire tutto; come disse il grande tragediografo greco Euripide, bisogna aspettare l'ultimo giorno della propria vita per dire di essere stato davvero felice.
Adesso non mi resta che aspettare la trasposizione cinematografica, sperando che rispecchi almeno un poco lo spirito del romanzo da cui sarà tratta.
E forse uscire a cercare il mio Grande Forse perché io credo che noi siamo qualcosa di più della somma delle nostre parti. C'è una parte [...] più grande della somma delle parti [...] che conosciamo. E quella parte deve essere in qualche posto, perché non si può distruggere.
[...] Alle brutture si può sopravvivere, perché noi siamo indistruttibili nella misura in cui crediamo di esserlo. [...]Quella parte di noi che è più grande della somma delle nostre parti non ha inizio e non ha fine, e dunque non può fallire.

Consigliato: sì
Tempo di lettura: 1 Giorno


John Green è il pluripremiato autore di romanzi in vetta alla classifica del “New York Times”. Tra i riconoscimenti ricevuti, la Printz Medal, il Printz Honor e l’Edgar Award. È stato per due volte finalista al LA Times Book Prize. Insieme al fratello Hank, ha cofondato Vlogbrothers (youtube.com/vlogbrothers), uno dei canali video più seguiti al mondo. John vive con la sua famiglia a Indianapolis, Indiana. È tra le cento persone più influenti al mondo del 2014 secondo il “TIMEMagazine”.

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