Recensione: "Canne al Vento" di Grazia Deledda

Salve a tutti.
Oggi finalmente vi parlerò di un romanzo che ho finito da qualche giorno, che mi ha dato modo di riflettere prima che riuscissi a scrivere al riguardo. Sto parlando di Canne al Vento di Grazia Deledda, premio Nobel per la Letteratura nel 1926.
Spero di riuscire a trasmettere almeno una stilla della bellezza di quest'opera; se alla fine della recensione sarete anche solo incuriositi, saprò di aver raggiunto il difficile obiettivo.
P.S. Ho inserito i dati di un'edizione diversa da quella che ho letto, per esigenze di reperibilità.
Buona lettura, in ogni caso!
Cecilia




Titolo: Canne al vento
Autrice: Grazia Deledda
Pagine: 256
Collana: Acquerelli
Prezzo di copertina: 6 euro
Prezzo ebook: 1,49 euro
Editore: Giunti Demetra

Trama:
Unica donna insignita dal Nobel nell'ambito della letteratura italiana e autrice di più di cinquanta volumi tra romanzi e novelle, Grazia Deledda è forse ancora tutta da scoprire, un po' come la sua Sardegna. "Canne al vento" è in questo senso un'opera esemplare: induce, già nel titolo, un'inconfondibile immagine dell'aspro ed essenziale paesaggio dell'isola, ma evoca nel contempo l'immagine universale, "biblica" dell'uomo, fragile e oscillante creatura battuta dalla sorte, ma sempre tentata da un confronto diretto con la forza potente di una misteriosa Giustizia. Forse, dopo aver letto il romanzo, molti lettori avranno come l'impressione che in Sardegna non si va, ma dalla Sardegna si viene.



 5 Stelle

Nella vita, ci sono delle cose che lasciano addosso un senso di meraviglia, indescrivibile a parole; così anche dei romanzi, che la vita spesso la raccontano. Questo è uno di quelli. L'unico aggettivo che mi viene in mente, lontanamente adeguato a descrivere il senso di pienezza percepito dopo aver girato l'ultima pagina è denso.
Sì, denso; questo affresco di vita di un borgo rurale ha una musica tutta sua. E' armonioso; tutto, ogni gesto, sguardo, comportamento sembra voler mandare un messaggio, è vita:
La luna saliva davanti a lui e le voci della sera avvertivano l'uomo che la sua giornata era finita. Era il grido cadenzato del cuculo, il zirlio dei grilli precoci, qualche gemito d'uccello; era il sospiro delle canne e la voce sempre più chiara del fiume: ma era soprattutto un soffio, un ansito misterioso che pareva uscire dalla terra stessa; sì, la giornata dell' uomo lavoratore era finita, ma cominciava la vita fantastica dei folletti, delle fate, degli spiriti erranti.
Canne al vento incarna lo spirito di un popolo, quello sardo, che non si dà per vinto; caparbio ma generoso, lentamente costretto ad accettare il mutamento della modernità che avanza e racchiude il mondo di valori e tradizioni essenziali di una cultura.
L'autrice descrive il declino con dolorosa consapevolezza e ogni cosa è mossa da una sorta di Provvidenza indipendente a cui l'uomo non può sottrarsi, indicata dal titolo stesso, ma questa interviene solo conseguentemente alle scelte di vita dei personaggi, non li costringe in alcun modo prima; Efix, le Dame Pintor, Giacinto vivono nella decadenza a cui le loro azioni li hanno portati, non sono Vinti a prescindere, come i Malavoglia Verghiani. 
I personaggi Deleddiani possono salvarsi, trovare riscatto però devono cominciare da loro stessi, adattarsi al cambiamento e cambiare con esso, viene loro concessa questa possibilità.
Generalmente non ripongo molta fiducia nei riconoscimenti internazionali quali premi letterari et similia invece, per una volta, sono felice di sbagliarmi e concordare pienamente con coloro che hanno deciso di attestare la grandezza di una grande scrittrice, di una grande donna.

Consigliato: sì
Tempo di lettura: 3 Giorni

Grazia Deledda esordì come narratrice su un quotidiano di moda. Nel 1926 vinse il Premio Nobel per la Letteratura. Viene considerata la scrittrice del Verismo romantico.




Commenti

  1. Ohh da sarda sono felicissima di leggere questa tua recensione, hai colto in pieno il messaggio di Grazia Deledda! Questo non è il suo romanzo che preferisco, se ti capita leggi La via del male , per me è la sua opera migliore!!

    <>

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    Risposte
    1. "Eh sì. Siamo proprio come le canne al vento, donna Ester mia. Ecco perché! Siamo canne, e la nostra sorte è il vento."

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    2. Lo farò senz'altro, la Deledda mi è rimasta nel cuore :)

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